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lunedì 2 febbraio 2015

Un saluto a Ciro Amadoro, grande uomo, lavoratore, amico


Una fatalità, lasciarci il giorno del tuo onomastico, lo scorso 31 gennaio. Tutto mi aspettavo, al rientro dal salotto culturale di Tina Piccolo sabato sera, tranne venire a sapere questo, direttamente dall'amico assessore con cui abbiamo condiviso uffici, gioie, dolori e "cazziate". Non avresti dovuto farlo, proprio ora. La segreteria regionale in cui per sette anni e più abbiamo condiviso lavoro, esperienze professionali, e anche amicizia fraterna, avrà un vuoto ora: avrò i brividi a passare ogni volta davanti a quella stanza dove risiedeva la tua scrivania. Dove saranno le tue boutades, il tuo saluto ai "lavoratori" e ai "non lavoratori", i tuoi goliardici scambi di battute con l'amico assessore. E come dimenticare quando, sei anni fa, mi hai aiutato e supportato senza alcun interesse i giorni della malattia terminale di mio padre, abbandonato dagli stessi medici che lo avevano curato, oppure, in momenti meno delicati, semplicemente quando dovevo aver contatti per il mio lavoro di videoriprese, nel 2012, per poter accedere ufficialmente, dalla porta principale, a un evento umanitario nel quale tuoi amici facevano grande opera di bene. Non avevi chiesto mai nulla in cambio, se non il mio lavoro regionale che spettava a te come a tutti i nostri più cari collaboratori che ora con me stanno piangendo la tua scomparsa. Che altro ricordare? Il tuo computer che aveva mille problemi ma che non sopportavi, nemmeno per scrivere una lettera.... e tanto tanto ancora. Come dimenticare? Ti posso dire solo, ciao Ciro Amadoro.... e mi raccomando, vivi ora ancor meglio, in un mondo migliore di questo (e poco ce ne vuole, cosa mai ci aspetta qui in terra): brillano i miei occhi solo al pensiero che sei stato amato, pur se vittima anche tu nel tuo passato dirigenziale e politico, di cattiverie altrui, ma hai avuto tante persone che ti hanno voluto bene. E io sono fra questi. 

E anche da lassù, dai il tuo caro saluto ai "lavoratori" e ai "non lavoratori".
Ciao.

DAVIDE GUIDA

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