Una fatalità, lasciarci il giorno del tuo onomastico, lo scorso 31
gennaio. Tutto mi aspettavo, al rientro dal salotto culturale di Tina
Piccolo sabato sera, tranne venire a sapere questo, direttamente
dall'amico assessore con cui abbiamo condiviso uffici, gioie, dolori e
"cazziate". Non avresti dovuto farlo, proprio ora. La segreteria
regionale in cui per sette anni e più abbiamo condiviso lavoro,
esperienze professionali, e anche amicizia fraterna, avrà un vuoto ora:
avrò i brividi a passare ogni volta
davanti a quella stanza dove risiedeva la tua scrivania. Dove saranno le
tue boutades, il tuo saluto ai "lavoratori" e ai "non lavoratori", i
tuoi goliardici scambi di battute con l'amico assessore. E come
dimenticare quando, sei anni fa, mi hai aiutato e supportato senza alcun
interesse i giorni della malattia terminale di mio padre, abbandonato
dagli stessi medici che lo avevano curato, oppure, in momenti meno
delicati, semplicemente quando dovevo aver contatti per il mio lavoro di
videoriprese, nel 2012, per poter accedere ufficialmente, dalla porta
principale, a un evento umanitario nel quale tuoi amici facevano grande
opera di bene. Non avevi chiesto mai nulla in cambio, se non il mio
lavoro regionale che spettava a te come a tutti i nostri più cari
collaboratori che ora con me stanno piangendo la tua scomparsa. Che
altro ricordare? Il tuo computer che aveva mille problemi ma che non
sopportavi, nemmeno per scrivere una lettera.... e tanto tanto ancora.
Come dimenticare? Ti posso dire solo, ciao Ciro Amadoro.... e mi
raccomando, vivi ora ancor meglio, in un mondo migliore di questo (e
poco ce ne vuole, cosa mai ci aspetta qui in terra): brillano i miei
occhi solo al pensiero che sei stato amato, pur se vittima anche tu nel
tuo passato dirigenziale e politico, di cattiverie altrui, ma hai avuto
tante persone che ti hanno voluto bene. E io sono fra questi.
E anche da lassù, dai il tuo caro saluto ai "lavoratori" e ai "non lavoratori".
Ciao.
DAVIDE GUIDA
Nessun commento:
Posta un commento